Cose che non mi avete chiesto. Edizione Palestina e Israele.
Anche stavolta, una serie di consigli non richiesti, formato newsletter e a tema Palestina e Israele.
Ciao bellezze,
rieccoci qui, forse cambiati, certo un po’ diversi, direbbe colui che ha cantato tutte le canzoni della mia adolescenza.
Spero il 2023 sia iniziato assecondando i vostri desideri o, almeno, stupendovi positivamente. E spero, soprattutto, abbiate ascoltato il mio augurio di splendere.
Il mio di 2023 è iniziato vista Cupola della Roccia, il luogo più sacro di Gerusalemme e, forse, pure del mondo. Chi ha viaggiato con me, la storia della cupola la sa. Chi invece non c’era, se vuole, può recuperarla nelle mie stories in evidenza (e così la chiudiamo qui e non vi ammorbo oltre).
Comunque, in queste ultime settimane ho viaggiato tra Palestina e Israele e, come sempre quando attraverso questi Paesi, torno con il bisogno e la voglia di conoscerli meglio, di immergermi giù giù nelle loro complicate e buie profondità.
Tra le storie di Israele che più mi affascinano e inquietano insieme c’è quella della comunità ebraica ultraortodossa (non è del tutto precisa questa definizione, ma che qui serva per capirci, insomma) che abita, in particolare, il quartiere di Mea Shearim (in ebraico: מאה שערים, "cento porte") a Gerusalemme. Qualche cosa su questa comunità ve l’avevo raccontata in questo post 👇🏼
Tra le storie palestinesi che, invece, tengo di più a studiare e raccontare c’è quella della sua popolazione, delle violazioni dei diritti umani, delle violenze, dei divieti e delle limitazioni imposte alla vita quotidiana.
Qualcosa ve lo avevo raccontato qui 👇🏼
Ecco perché questa newsletter gira intorno ai temi del mio ultimo viaggio: cultura ebraica ortodossa + questione palestinese. Nel raccogliere fonti, libri, podcast e film utili a me, ho pensato anche a voi.
Come vi raccontavo anche su Instagram, dalla comodità del nostro privilegio, uno dei più grandi gesti di attivismo che possiamo fare è conoscere: studiare, informarci, andare oltre le tifoserie e le notizie dette a metà. Spero questa newsletter vi aiuti a essere attivistə un po’ di più.
🕎 PARTIAMO DALLA CULTURA EBRAICA ORTODOSSA
Unorthodox
Una serie Netflix e un libro
Cominciamo dalle basi: Unorthodox è una serie Netflix uscita qualche anno fa e che a me è piaciuta tantissimo (me la sono riguardata per la seconda volta proprio in viaggio). Racconta la fuga di Esty dalla comunità ortodossa di Williamsburg, New York (io l’avevo visitata durante il mio viaggio a NYC. Trovate qualche immagine qui).
La serie è tratta dal libro autobiografico di Deborah Feldman, Ex ortodossa. Il rifiuto scandaloso delle mie radici chassidiche.
Disobbedienza
Un libro e un audiolibro
Un’altra storia che mi sta molto appassionando (la sto leggendo proprio in questi giorni) è quella di Disobbedienza. Ronit è la figlia di un rabbino della comunità ebraica ortodossa londinese. L’autrice stessa è davvero figlia di un rabbino londinese e con il suo romanzo ci ha vinto un sacco di premi.
Disobbedienza c’è anche in versione audiolibro su Storytel.
Gheula Canarutto Nemni
Un canale YouTube
Gheula Canarutto Nemni si definisce ebrea, osservante, nata e cresciuta in Italia. Sul suo canale YouTube condivide video sulla cultura ebraica che toccano molti degli aspetti della vita quotidiana. Se vi interessa un punto di vista più “interno” sul tema, questo potrebbe essere il posto giusto. Come sempre: ascoltare con giudizio, relativizzare e provare a portarsi a casa gli spunti utili.
Shtisel
Una serie Netflix
Sempre su Netflix c’è anche Shtisel, una serie che racconta le storie di una famiglia di ebrei ultraortodossi che vive proprio a Gerusalemme. Questa serie è un po’ più lenta di Unorthodox, ma aiuta bene a farsi un’idea di quale sia la quotidianità di questa comunità, dall’amore al lavoro fino al cibo.
One of us
Un film su Netflix
Ancora un ultimo consiglio Netflix: One of us, questa volta un lungometraggio che racconta le vite di tre ex membri della comunità hasidica di New York: Ari Hershkowitz, Luzer Twersky ed Etty Ausch. “Ognuno di loro lotta contro l'ostracizzazione della propria ex comunità religiosa e delle proprie famiglie, mentre rivelano come se ne sono andati”.
Qualcosa camuffato da amore
La biografia della figlia di Amos Oz
Galia Oz è la figlia di Amos Oz. Mi dispiace definirla in relazione a un’altra persona, ma questa volta ha un senso rispetto alla storia. Amos Oz è uno scrittore e saggista ebraico, nato proprio a Gerusalemme, autorevole sostenitore della "soluzione dei due Stati" del conflitto tra Israele e Palestina. Per questo, nell’eterno esercizio di separare l’autore della persone, vi consiglio di leggere anche i suoi di libri.
Qui, però, volevo raccontarvi di Qualcosa camuffato da amore, libro in cui la figlia di Amos Oz racconta della violenze, fisiche e psicologiche, subite a causa del padre: botte, minacce, insulti gratuiti e crudeli.
Perché alcuni bambini chassidici non possono lasciare le loro pessime scuole
Un articolo del New York Times
A settembre, il New York Times ha riferito che molte delle scuole private chassidiche maschili dello Stato negano ai loro studenti un'istruzione laica di base, nonostante incassino centinaia di milioni di dollari di denaro pubblico ogni anno. Molte di queste scuole insegnano un inglese e una matematica sommari e poche scienze e studi sociali, concentrandosi invece sull'impartire i valori della comunità chassidica, ferventemente religiosa, che parla yiddish piuttosto che inglese e pone lo studio della legge e della preghiera ebraica al di sopra di tutto.
Vi lascio il link all’intera inchiesta QUI.
C’è un “momento MeToo” tra gli ebrei ultraortodossi
Un articolo del Post ispirato al New York Times
Non succede spesso di sentir parlare di movimenti per i diritti umani all’interno della comunità ebraica ortodossa. Eppure, è successo che un’inchiesta del quotidiano israeliano Haaretz ha raccontato che un noto e popolare autore di libri per bambini, l’ebreo ultraortodosso Chaim Walder, aveva abusato per anni di bambine e ragazzine. Quest’inchiesta ha aperto una discussione più ampia sul tema degli abusi e delle violenze all’interno delle comunità ultraortodosse.
Si legge QUI.
Il filo sottile che circonda Manhattan e che serve agli ebrei per aggirare i divieti previsti dallo Shabbat
Un articolo del Post
Di Shabbat vi ho raccontato qualcosa durante il mio viaggio in Israele (trovate le stories in evidenza). Magari ricorderete che Shabbat (che dura dal tramonto del venerdì al tramonto del sabato) è il giorno che gli ebrei dedicano al riposo, alla famiglia e alla discussione intorno ai testi sacri. Per questo motivo, durante Shabbat gli ebrei devono rispettare una serie di divieti: non possono, per esempio, cucinare, guidare, parlare di lavoro, addirittura accendere la luce, schiacciare il pulsante dell’ascensore per scegliere il proprio piano. Così, durante Shabbat gli ascensori sono programmati per fermarsi a ogni piano, le luci per accendersi e spegnersi, i forni delle cucine impostati con un timer per partire appena in tempo per far trovare il pasto caldo alla famiglia di ritorno dalla sinagoga.
Ecco, a proposito di questi divieti c’è una storia curiosa che riguarda New York: è sul Post e la trovate QUI.
Certe cose non cambiano mai
Una graphic novel per bambini, ma pure per adulti
Da buona bimba delle graphic novel, vi devo consigliare anche Certe cose non cambiano mai, scritto da Ziggy Hanaor e illustrato da Benjamin Phillips. Un libro che racconta di identità ebraica, di differenze tra generazioni e dell’irrequietezza di una grande città come New York e dei suoi abitanti.
Come mangiano gli ebrei ortodossi
Durante il mio viaggio in Israele ho comprato un libro di cucina kosher. In giro ne trovate parecchi e, secondo me, sono un buon (in tutti i sensi) modo per avvicinarsi alla cultura ebraica.
In questo pezzo di Repubblica trovate qualche indicazione in più su cosa sia la cucina kosher: https://www.repubblica.it/il-gusto/2021/05/17/news/shtisel_serie_tv_cibo_ebrei_ortodossi-300646740/
Un paio di libri che ancora non ho letto, ma vi lascio qui
Se li leggete prima voi aggiornatemi
👉🏻 Maria Poggi Johnson, Stranieri e vicini. Cosa ho imparato sul cristianesimo vivendo a contatto con ebrei ortodossi: una giovane docente di teologia ottiene una cattedra in un'università cattolica della Pennsylvania e, cercando casa nella cittadina sede del campus, finisce in un quartiere abitato da una numerosa comunità di ebrei ultraortodossi.
👉🏻 Shalom Auslander, Il lamento del prepuzio: cresciuto in una comunità ebrea ortodossa nello stato di New York, fra mille divieti e sotto la costante minaccia di un Dio vendicativo ed eternamente arrabbiato, Shalom Auslander ha fatto di tutto per affrancarsi da quell'ambiente e da quelle tradizioni, eppure si ritrova, anche da adulto felicemente sposato e in attesa di un figlio -, a lottare per scrollarsi di dosso la sua ossessione.
La Pasqua ebraica nei giorni del virus, la serie “Unorthodox” e tanti consigli di lettura
Un mio articolo su Il Libraio
Durante il primo lockdown ho visto Unorthodox per la prima volta e ho scritto un articolo per ilLibraio.it con qualche considerazione e pure qualche consiglio di lettura. Magari vi torna utile anche lui.
🇵🇸 PASSIAMO ALLA QUESTIONE PALESTINESE
Dove informarsi responsabilmente
Una mia guida Instagram
Nel maggio 2021, con l’esplosione di un nuovo conflitto tra Israele e Palestina, avevo messo in ordine un po’ di fonti utili per informarsi in una delle mie guide Instagram. Ve la rimetto QUI. Non è aggiornata, ma molti di quegli spunti restano utili e da tenere d’occhio.
Storia del conflitto israelo-palestinese
Un libro per costruire le basi
Visto che qua siamo di fronte a una questione iper complessa, serve fare un po’ di ordine. E questa lettura, secondo me, aiuta.
La questione palestinese
Un altro libro per fare ordine
Edward W. Said è nato a Gerusalemme ed è stato uno degli intellettuali più in vista negli Stati Uniti. Professore di inglese e letteratura comparata alla Columbia University, in questo libro ha raccontato l’unicità del popolo palestinese, la sua identità e la sua resistenza.
Terra contesa. Israele, Palestina e il peso della storia
Ancora un libro sulle basi
Una delle date considerate centrali per il conflitto israelo-palestinese è il 1947, anno della partizione della Palestina da parte dell’ONU. Le tensioni, però, erano già iniziate prima e questo libro le racconta nel dettaglio.
Ogni mattina a Jenin
Un libro che va letto
Questo libro me l’hanno consigliato in un sacco di persone. “Racconta con sensibilità e pacatezza la storia di quattro generazioni di palestinesi costretti a lasciare la propria terra dopo la nascita dello Stato di Israele e a vivere la triste condizione di senza patria".
Apeirogon
Un libro che ancora non ho letto, ma mi hanno consigliato
Vi riporto qui parte della sinossi: “Bassam Aramin è palestinese. Rami Elhanan è israeliano. Il conflitto colora ogni aspetto della loro vita quotidiana, dalle strade che sono autorizzati a percorrere, alle scuole che le loro figlie, Abir e Smadar, frequentano, ai checkpoint”. Visitando la Palestina, un po’ di queste cose le ho viste e mi piacerebbe leggerne in questo libro.
Farha
Un film che ha fatto arrabbiare Israele
Questo film, che ha fatto arrabbiare non poco Israele, racconta - attraverso gli occhi di una ragazzina - la strage di cui è stata protagonista un’intera famiglia palestinese a causa di una milizia ebraica nel 1948. Per Israele sono falsità. Per il palestinesi è verità storica. Il film non l’ho ancora finito di vedere, quindi non posso fare altre considerazioni, ma lascio a voi eventuali approfondimenti.
Va bene, direi per questa newsletter possiamo chiudere qui. Ho chiacchierato abbastanza. Spero questi spunti vi siano utili per studiare, approfondire o anche solo approcciare questi temi che, anche se ci sembrano lontani, secondo me sono importanti da conoscere almeno un po’.
Sempre, splendete,
Giuli